“Me lo sentivo!” Oltre la conoscenza razionale - Pensarediverso. Fisica e metafisica quantistica.

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“Me lo sentivo!” Oltre la conoscenza razionale



La sincronicità è il legame misterioso che unisce due o più fatti, assolutamente privi di ogni collegamento. Questo legame è il “senso” che, secondo l’osservatore, collega in modo misterioso i due fatti nella sua coscienza.
1 Il principio di causa ed effetto.
La sincronicità è un fenomeno diffusissimo, studiato da Carl Jung, di cui tutti possiamo essere testimoni. Esempio classico: vedo in sogno un amico dimenticato da anni, e il giorno dopo lo incontro per strada.
La scienza attuale è basata sul principio di causa- effetto: qualunque fatto accade perché qualche altro fatto lo ha causato. Cioè, un aggregato di materia (sasso, albero, persona) compie un’azione che SUCCESSIVAMENTE nel tempo genera un’altra azione, e così via, in una successione che necessita di MATERIA e TEMPO.
La sincronicità non ha bisogno di materia e tempo, le cose accadono senza nessun collegamento. Due fatti assolutamente scollegati tra loro nel tempo e nello spazio diventano sincronici quando noi attribuiamo loro un SENSO, cioè un collegamento talmente evidente, per noi, da rendere impossibile l’evenienza che si siano verificati solo per caso.
Nei suoi studi Jung valuta come sincronici i fatti che vanno oltre i limiti della statistica, cioè fatti che si verificano in quantità superiore a quanto ci si aspetterebbe se si trattasse di semplici “casi”.

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2 L’inconscio collettivo
Ma dove nascono le sincronicità? Che cosa fa sì che, il giorno prima di incontrare un amico, io lo veda in sogno?
Jung ha teorizzato l’esistenza di un inconscio collettivo, cioè uno “spazio” universale e comune a tutti, al quale tutti siamo collegati. In questo spazio vivono gli archetipi, idee e concetti comuni alla creazione intera, che possono riversarsi nella nostra coscienza.
Gli archetipi non sono né buoni né cattivi, semplicemente esistono.
Molti si sono esercitati a dare un nome e a personalizzare l’inconscio collettivo. Il mio amico Paolo Quagliarella nel suo libro “Astrologia. Perché funziona?” (a mio parere, il titolo non rende giustizia ai contenuti interessantissimi), cita Margenau: “E’ la Mente Una o Mente Universale, il “Tao, Logos, Brahman, Atman, l’Assoluto, Mana, Spirito Santo, Weltgeist, o semplicemente Dio”.
3 A che serve tutto questo?

All’inconscio collettivo attingiamo ogni volta che un’esigenza, un dubbio, un momento di sofferenza particolare della nostra vita ci fanno abbassare i livelli di guardia sicché ci apriamo ad ogni aiuto e ogni novità. Cioè, i fenomeni di sincronicità non si verificano sempre, ma (più spesso) quando ne abbiamo bisogno.
Ma esiste anche un collegamento più elevato: dall’inconscio collettivo un “Regista” indirizza gli archetipi verso le coscienze per guidare l’umanità verso livelli superiori di conoscenza

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4 Un concetto metafisico, probabilmente fisico, non religioso.

Straordinariamente, non stiamo esprimendo concetti religiosi: anche l’attuale fisica quantistica, di fronte al comportamento delle particelle elementari, deve riconoscere che esiste qualcosa che guida l’universo, uno “spazio” dove le cose non avvengono come un gioco di causa-effetto che vede protagonisti solo la materia, il tempo e lo spazio, ma ci sono comportamenti impossibili senza considerare un legame universale che prescinde da tempo e spazio (vedi l’entanglement).
Sono stati scritti fior di libri su questo argomento. La spiegazione data qui è stringatissima, certamente approssimata, ma spero che sia servita a rendere l’idea.

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